Robert Gaiman, ATTIVO

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MrEvilside
view post Posted on 26/5/2013, 08:10




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Dati Anagrafici

•Nome: Robert
•Cognome: Gaiman
•Età: Trentatré
•Data di nascita: 4 aprile
•Provenienza: Nasce ad Avonmouth, localizzato, come dice il nome, all’imboccatura del fiume Avon, a non più di venti minuti da Bristol. Si tratta del porto della grande città, una tranquilla località marittima a sud del Regno Unito.
•Status: Celibe e privo d’interesse per una relazione stabile. Non che non abbiano tentato di fargli cambiare idea: semplicemente, non è la persona adatta per i sentimenti.
•Professione: Insegna tecnologia informatica presso un istituto superiore privato di Bristol.

Aspetto Fisico


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•Razza: Essere umano.
•Descrizione: Non presta mai particolare attenzione al proprio aspetto fisico: non è raro che, con grande rammarico da parte del preside, si presenti a lezione spettinato, con i vestiti in disordine oppure raffazzonati senza un minimo di senso estetico o, ancora, con la faccia di uno che non abbia neppure avuto la decenza di sbarbarsi. Peraltro non ama gli abiti sobri, preferisce un vestiario comodo e casual, di solito composto di jeans, t-shirt e scarpe da ginnastica – ancora, con notevole scorno del preside, la cui opinione nella maggior parte delle occasioni viene trascurata. In compenso, ha la fortuna di essere piuttosto affascinante e persino la trasandatezza in un certo senso gli dona, conferendogli l’aria di un tenebroso musicista underground anni ’80 – non sorprende che riscuota successo, specie tra le studentesse, anche se non mancano i giovani ammiratori, benché più discreti.
Ha un fisico robusto, non muscoloso, dal momento che si dedica molto più volentieri alla scienza che non all’esercizio fisico, ma snello e proporzionato rispetto all’altezza, che si aggira intorno al metro e ottantotto. Ha le spalle larghe, le mani grandi, che, malgrado le dimensioni, sono svelte e abili, e gambe lunghe di cui dà l’impressione di non sapere cosa farsene – non lo si può considerare leggiadro nei movimenti, al contrario, alle volte è estremamente impacciato e goffo, a meno che non si trovi nel suo ambiente naturale, il laboratorio di informatica oppure il suo studio personale.
Al contrario di molti inglesi, è baciato da un incarnato olivastro che, sebbene pallido in inverno, assume una piacevole tonalità miele in estate, quando gran parte dei suoi connazionali ricavano solo scottature oppure l’aspetto di mozzarelle fuse da un cuoco inesperto. Sul volto ovale spiccano gli occhi di un azzurro terso che ricorda il cielo, molto acuti e intelligenti, mentre i lineamenti sono piuttosto comuni e il pizzetto suggerisce un aspetto ancora più trascurato, così come i capelli castano scuro, tagliati a corti, ma lasciati poi alle cure del cuscino, senza la fortuna d’incontrare mai un pettine sulla loro strada – eccezion fatta per gli appuntamenti col barbiere, che ogni volta impreca un buon quarto d’ora nel tentativo di districarli.
Nel complesso, assomiglia a un cane randagio e, a detta di molte donne, è anche questa la ragione del suo fascino, poiché pare che risvegli il loro istinto materno, loro malgrado, anziché allontanarle.

Carattere


•Carattere: Difficile definirlo con un unico termine, anche se senza dubbio la scelta ricadrebbe su “strano”.
Anzitutto, ha un’intelligenza decisamente fuori dal comune, capace di concentrarsi su molti argomenti diversi in contemporanea, abilità che è spesso motivo di imbarazzo, più che di ammirazione, dal momento che non si rende conto del fatto che gli altri non riescono a seguire i suoi ragionamenti, così come lui, in compenso, non riesce ad adeguarsi alla loro sveltezza di pensiero. Poiché la sua mente viaggia a mile a minute – come dice il detto – la bocca fa del suo meglio per reggere il confronto, al punto che parla a una velocità molto superiore a quella di un uomo comune, specialmente quando è esaltato – non che tale condizione sia poi molto comune, non a scuola, sicuramente, è molto più semplice vederlo entusiasta quando lavora a una delle sue invenzioni senza speranza.
Ha la sconcertante capacità di argomentare su qualsiasi cosa. Non solo è logorroico, ma è anche testardo e sfacciato, non si fa scrupoli a dire le cose come stanno in maniera fin troppo schietta, sgomentando i suoi interlocutori; non è certo uno che vada per il sottile, comportamento che talvolta gli causa dei dissapori con i genitori dei ragazzi meno propensi allo studio – gli altri professori di solito sono più moderati nei loro commenti, anche e soprattutto per non avere discussioni inutili con madri e padri che adorano la propria prole, mentre lui non ne è fisiologicamente in grado, anzi, non esita a lamentare le mancanze di tali pargoli, se necessario, così come è prodigo di elogi quando invece gli alunni sono particolarmente capaci.
Per quanto parli, raramente confida qualcosa che lo riguardi in maniera diretta. La sua parlantina lo fa apparire superficiale, esuberante e socievole con tutti, ma in realtà nessuno può affermare di conoscerlo davvero bene: le sue parole sono vuote, le sue battute salaci fungono da barriera tra lui e gli altri, la sua arroganza è come una corazza che lo protegge e al tempo stesso lo separa dagli altri. Non che abbia problemi legati all’autostima, al contrario, è fin troppo consapevole di essere un gradino sopra agli altri, quanto a intelletto, è piuttosto vanitoso e arrogante, sotto tale aspetto; piuttosto, fatica ad apprezzare le persone proprio per questo e dunque non vede ragione di riporre fiducia in loro oppure di lasciarle avvicinare più del dovuto. Non lo ammetterebbe neppure con se stesso, ma è un po’ sociofobo.
Può apparire egoista e lui non fa molti sforzi per dimostrare il contrario, ma la verità è che si preoccupa molto dei suoi studenti, anche se il più delle volte loro non se ne accorgono e, al contrario, lo considerano il classico insegnante bastardo che pretende da loro anima, corpo e anche di più. È un professore esigente, senza dubbio, e in classe è freddo e preciso, ma, se si accorge che uno studente è in difficoltà, agisce con ogni mezzo in suo potere per evitare che debba ripetere il corso; a causa del suo carattere piuttosto riservato e sardonico, però, dà sempre l’impressione di prendere in giro gli altri oppure di trovarli insopportabili e quindi non stupisce che i suoi alunni fatichino a intendere le sue buone intenzioni.
•Orientamento sessuale: Non si è mai fatto troppe domande a riguardo: a essere sinceri, qualsiasi individuo sia dotato di un bell’aspetto è un suo potenziale obiettivo. Questo, però, solo dal punto di vista sessuale: infatti, pur essendo circondato da ammiratori e ammiratrici, non ha mai voluto legarsi a nessuno e, non solo, il suo caratteraccio fa passare presto alle persone la fantasia di coltivare un’intera esistenza al suo fianco. Non che gli dispiaccia, per lui qualsiasi relazione che comprenda la parola “sentimentale” è una seccatura.
•Ama: Definirlo “tecnofilo” è un eufemismo: se potesse, probabilmente sposerebbe Steve Jobs. Adora tutto ciò che concerne la tecnologia, dai computer ai tablets ai videogiochi, e la sua passione è armeggiare con suddetta tecnologia, sperimentando, costruendo, provando progetto dopo progetto – sfortunatamente, nonostante la sua intelligenza, nessuno di essi va mai a buon fine, che è poi il motivo per cui è ancora bloccato dietro la cattedra anziché essere uno degli ingegneri di punta della Mycrosoft. In realtà alle volte svolge di lavori di poco conto come tecnico informatico freelance, ma si tratta solo di un hobby part-time per guadagnare qualcosa in più oltre al modesto compenso da professore. Si diletta anche di robotica, grafica e ingegneria, pur se a livello amatoriale.
È un grande estimatore del cibo, in particolare del cosiddetto “cibo spazzatura”: tra i suoi molti difetti figura l’incapacità più totale di cucinare, pertanto la maggior parte delle volte ordina al takeaway e, in particolare, adora la cucina cinese, indiana e la pizza alla napoletana – anche se trovare qualcosa che possa definirsi “pizza” nel Regno Unito è un’impresa più complicata della cattura di Angelica da parte di Orlando.
Gli piace il sesso, gli piace farlo spesso e con molte persone diverse. Apprezza la bellezza in ogni sua forma, maschile o femminile che sia, ma non si accontenta di essa dal punto di vista platonico, secondo i dettami del Rinascimento – ha bisogno di ghermirla, possederla, sentirla sua per soddisfare appieno la sua personalità materialista.
Una delle maggiori soddisfazioni che ricava dal lavoro è strappare al preside il sabato come giorno libero – il più ambito da ogni docente – in virtù delle sue capacità impeccabili come professore. A voler essere precisi, qualsiasi motivo di smacco e dispetto nei confronti delle persone che meno tollera è per lui un’infinita fonte di divertimento.
Adora giocare ai videogiochi, ma si tratta di un amore-odio, in quanto li finisce in meno di una giornata e subito dopo gli vengono a noia, pertanto deve procurarseli per vie poco legali per evitare di finire sul lastrico a causa loro.
•Odia: Non ha mai amato i libri e, più in generale, qualsiasi supporto analogico, affascinato com’è dalla tecnologia. Ha una mente troppo iperattiva per soffermarsi troppo a lungo sulle pagine di un libro, troppo immobili e inalterabili: sin da ragazzo faticava a rimanere per ore chino sui tomi scolastici, ma per fortuna all’epoca se la cavava con la propria acutezza mentale, che gli consentiva di avere ottimi voti in tutte le materie con la minima applicazione. Malgrado la sua avversione per la carta stampata, sarebbe del tutto scorretto ipotizzare che non si tenga informato o che possegga meno conoscenze degli altri: al contrario, è ossessionato da giornali e telegiornali online, ricorda a menadito ogni episodio accaduto nel corso degli anni, è in grado di compiere dei collegamenti tra gli eventi in pochi secondi e, in tal modo, è sempre perfettamente aggiornato su ciò di cui si sta parlando – alcuni sospettano che la sua sia una forma di ossessione compulsiva.
Non sopporta di essere svegliato troppo presto di domenica – dove “troppo presto” ha un significato che può variare dalle sette del mattino alle tre del pomeriggio, dipende dall’orario in cui si è coricato la notte prima – e di dimenticare di fare la spesa e ricomprare il caffè, dal momento che la caffeina è fondamentalmente l’alimento principale della sua dieta.
Per bilanciare la sua intelligenza, in compenso è estremamente pigro e non ama fare esercizio fisico di nessun genere – più può stare seduto davanti allo schermo di un computer, meglio è. Infatti, di rado concede a una scolaresca la propria compagnia come accompagnatore durante un viaggio di istruzione, poiché non vede la ragione di scomodarsi a vedere un mondo che può ammirare benissimo grazie alla rete. Come riesca a essere magro e slanciato nonostante la sua repulsione per la motoria e l’amore per il cibo spazzatura va oltre l’umana comprensione.

Background


•Famiglia: I genitori, Sarah Smith e Richard Gaiman, sono l’una originaria della Florida, l’altro di Londra, entrambi appartenenti a una classe sociale abbastanza abbiente. Dalla madre, Robert ha ereditato la carnagione e l’atteggiamento più aperto e spigliato degli americani rispetto a quello più sobrio e severo tipico dei britannici, mentre il padre gli ha trasmesso la passione per la matematica. Richard è deceduto, Sarah invece vive da sola nella loro villetta di Avonmouth e occasionalmente Robert le fa visita per sincerarsi delle sue condizioni di salute.
•Affetti: Carly Lewis, la sua migliore amica e anche unica donna che riesca a sopportare il suo comportamento per più di cinque minuti senza necessitare di una terapia intensiva. Tra loro c’è uno stretto rapporto in equilibrio tra l’amicizia e l’attrazione reciproca: in un certo senso, è come se Carly l’avesse adottato, in quanto si preoccupa per lui come una madre, ogni tanto si assicura che abbia rifornito il proprio frigorifero e che non muoia di fame nel suo studio, oppure lo porta in giro per locali la sera se Robert rinuncia per troppo tempo alla sua vita sociale “in nome della scienza”. Scherzosamente, Robert spesso commenta che, senza di lei, sarebbe già morto e il suo cadavere sarebbe finito in un canale di scolo da molto tempo, ma sa bene che si tratta della verità e non di una facezia qualsiasi.
•Background: La professione di Sarah e Richard richiese loro di viaggiare molto su lunghe distanze, per prolungati periodi di tempo. L’una talent innovator freelance, l’altro stimato professore di chimica a Oxford, nonché importante scienziato del panorama britannico, si conobbero per caso in aereo, diretti a New York, lei per rientrare dopo un estenuante quanto poco produttivo viaggio in cerca di nuovi prodotti giapponesi da proporre al mercato statunitense, lui per partecipare a un convegno di biochimica.
Richard la invitò a cena, Sarah accettò e trascorsero la notte insieme, per poi separarsi il giorno seguente a causa dei rispettivi impegni. Richard rimase a New York per due settimane nella speranza di rivedere Sarah, che aveva deciso di prendersi un breve periodo di pausa dal viaggio e di coltivare la relazione con lo studioso, pur consapevole che non era destinata a durare. Finirono con l’innamorarsi davvero e da allora ebbe inizio una relazione burrascosa, fatta di lunghi periodi di separazione, costellati di litigi e gelosie, seguiti da brevi e pacifici intervalli di riunione, fino a quando Sarah rimase incinta e venne il momento di convivere per il bene del bambino. Scelsero allora di trasferirsi entrambi ad Avonmouth, un posto tranquillo e al tempo stesso non troppo distante dalle grandi città, una posizione strategica per entrambi.
Dopo la nascita di Robert, le tensioni si distesero per alcuni anni, ma nessuno dei due coniugi aveva quasi mai il tempo di dedicarsi al figlio, che trascorse la maggior parte dell’infanzia tra le braccia di molte tate diverse e quasi mai della propria madre. Di rado i suoi genitori partivano per la stessa meta e ancora meno spesso lo portavano con sé: da piccolo, Robert faticava a considerarli “mamma e papà”, come gli altri bambini, quanto piuttosto degli sconosciuti che, grazie alle loro abilità, avevano raggiunto delle posizioni importanti nella loro vita e con esse avevano acquisito molti oneri, che li costringevano a rimanere fuori casa molto spesso. Troppo impegnati per accudirlo, troppo anche solo per presentarsi entrambi il giorno del suo compleanno.
A partire da quando aveva dieci anni, i contrasti tra Sarah e Richard scoppiarono di nuovo – o meglio, i dissapori che non erano mai cessati del tutto durante gli anni si condensarono in un unico, violento litigio sotto gli occhi del bambino che ebbe come risultato il divorzio. Tra i dieci e i tredici anni Robert trascorse più tempo in tribunale che a casa, mentre i due coniugi si contendevano il suo affidamento, fino a quando il giudice non decise che sarebbe spettato alla madre e suo padre avrebbe avuto la possibilità di fargli visita nel week-end.
Solo in poche occasioni, però, Richard ebbe la possibilità di presentarsi nei giorni stabiliti e Robert finì col doversi considerare fortunato, se riuscivano a rivedersi per qualche ora una volta ogni due o tre mesi. Non che passasse più tempo in compagnia di Sarah, anche lei quasi sempre in viaggio per lavoro.
Al compimento dei suoi sedici anni, la madre stabilì che era abbastanza grande per potersela cavare da solo in sua assenza e da allora Robert non ebbe più neppure la compagnia delle tate, ma si ritrovò in solitudine in quella grande casa vuota. Fu un periodo molto turbolento per lui, durante il quale si dedicò principalmente alla tecnologia, alla droga, al fumo, alle ragazze – e ai ragazzi – e a marinare il liceo. Spesso aveva aspre discussioni con la madre, che, però, non poteva opporsi se non a parole alle sue decisioni, poiché non era quasi mai a casa.
Dopo essere finito in ospedale in seguito a un rave finito male, Sarah si vide obbligata a iscriverlo al riformatorio, che frequentò per un anno per poi essere riammesso nel suo vecchio liceo di Bristol. Preso il diploma a pieni voti, si iscrisse alla facoltà di Tecnologia Informatica, presso la quale conseguì la laurea di primo grado e un dottorato; ottenne inoltre un master in Chimica, sulle orme del padre, “perché non aveva niente da fare”, come ripete sempre a chi glielo chieda, e una laurea di primo grado in Psicologia prima di decidere di trovarsi un lavoro e trasferirsi in pianta stabile in un confortevole, moderno appartamento in città, in cui ricavò un ampio soggiorno con una parete a vetrata, una cucina, una camera da letto, un bagno e uno studio.
Di tutti i ruoli che avrebbe potuto avere, optò per quello che gli avrebbe concesso la più ampia libertà e, soprattutto, la possibilità di non spostarsi troppo spesso, come i genitori: la professione di insegnante di informatica presso una scuola privata di Bristol. Oltre a essa, si dilettava in alcuni progetti proposti da università e compagnie più o meno importanti, ma non lasciò mai il proprio posto di lavoro, nonostante le numerose offerte che riceveva giorno per giorno. Non può dire che fare il professore non gli piaccia, ma senza dubbio nella scelta giocò un ruolo importante l’avversione per l’eccessivo impegno e i lunghi viaggi, che gli avevano portato via i genitori fin da bambino.
Sei mesi dopo l’inizio del suo percorso d’insegnamento, il padre Richard morì in un incidente d’auto. Da allora, l’istinto protettivo che, suo malgrado, Robert aveva sempre provato per la madre – una donna fragile e distrutta dalla separazione – crebbe ulteriormente, al punto che una volta ogni quattro o cinque mesi il figlio tornava ad Avonmouth per sincerarsi che andasse tutto bene.
Fu più o meno tre mesi dopo il decesso del padre che conobbe Carly – o, per meglio dire, la donna si fece largo a spintoni nella sua vita. Insegnava come professoressa di lettere già da due anni all’arrivo di Robert e nel giro di pochi mesi finirono a letto insieme un paio di volte, per gioco, soltanto a causa della reciproca attrazione fisica; successivamente, però, Carly gli rimase vicina, che lo volesse o meno, come buona amica, una spalla cui Robert scoprì di poter ricorrere in caso di bisogno e di cui in cambio doveva tollerare l’esuberante presenza nella propria esistenza – non lo avrebbe mai ammesso, ma in fin dei conti non gli dispiaceva.
Fu merito di Carly se riprese a uscire la sera e smise di trascorrere tutto il proprio tempo libero a scuola o nello studio, abitudini che aveva preso a seguito del trauma per la morte di Richard – nonostante non fosse mai stato molto presente nella sua vita, la figura del padre aveva sempre avuto molta importanza per lui, forse proprio perché era stata solo una figura, mai una presenza fisica e consistente.

Tony Stark [Iron Man]


Edited by MrEvilside - 19/12/2014, 17:37
 
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